Dopo poco più di quattro anni Google ha deciso di abbandonare Android Things: il sistema operativo per l’ambito IoT è giunto al capolinea. Una notizia che si aspettava, era nell’aria già da tempo ma ora è ufficiale. Si tratta di una specie di pulizia che elimina i programmi ritenuti non più funzionali e non più utilizzati dagli utenti. Questo è il caso di Android Things che ormai ha fatto il suo tempo.
Android Things: una fine annunciata?
È l’ennesimo ramo secco tagliato da Google. L’annuncio compare oggi sulle pagine del sito ufficiale sotto forma di un messaggio che stabilisce le tempistiche dell’abbandono: niente più nuovi progetti di natura “non-commercial” a partire dai primi giorni del 2021 e supporto garantito per altri dodici mesi a quelli già esistenti. Dopodiché tanti saluti. La console di Android Things smetterà di supportare i nuovi progetti il 5 gennaio 2021 e sarà disattivata per tutti quelli esistenti il 5 gennaio 2022.
L’esordio è da far risalire al 2016 quando il gruppo di Mountain View ha presentato un sistema operativo snello e ottimizzato per i dispositivi appartenenti all’ambito della Internet of Things e alle Smart home, noto in un primo momento con il nome in codice Brillo. A dispetto delle promesse e delle aspettative non è mai davvero riuscito a far breccia, tanto che nemmeno Google lo ha implementato nei suoi prodotti. Qualche realtà di terze parti lo ha invece scelto per i suoi dispositivi, JBL, Lenovo e LG su tutte.
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Pagina Twitter Android Things: https://twitter.com/thingsandroid#:~:text=Android%20Things%20(%40ThingsAndroid)%20%7C%20Twitter
