Aggiornamento 14.5 di iOS: non tutto va sempre liscio

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Avete fatto l’aggiornamento 14.5 di iOS per Apple? Sì? Avrete allora potuto già verificare tutte le sue nuove funzionalità, compresa la Trasparenza del monitoraggio per le app. Sembra però che non tutto vada sempre per il verso giusto.

Aggiornamento 14.5, cosa non va?

La nuova funzionalità di cui sopra richiede agli sviluppatori di app di pubblicare pop-up che chiedono esplicitamente alle persone di scegliere di essere tracciati nelle app e nei siti Web di altre società. È successo però a chi ha eseguito l’aggiornamento 14.5, di non vedere alcun pop-up. Secondo gli esperti, potrebbero esserci tre motivi dietro a questo disguido.


14.5 iOS Apple: il nuovo aggiornamento di iPhone


Impostazione della privacy disattivata

Qualche volta la soluzione è più semplice di quello che sembra, e dipende dal singolo utente. Per verificarlo, apriamo Impostazioni e scorriamo verso il basso, fino a Privacy. Clicchiamo su Monitoraggio: si aprirà una schermata con l’opzione per attivare o disattivare Consenti alle app di richiedere il monitoraggio. Se risulta disattivato, le app non potranno condividere l’identificatore per inserzionisti di quel dispositivo (IDFA) con altre app e società.

Parola a Simon Poulton

Secondo Simon Poulton, vicepresidente dell’Intelligence Digitale presso l’agenzia di marketing digitale Wpromote, è probabile che chi dovesse trovare disattivata questa funzione avesse attivato il Monitoraggio degli annunci con limite nelle versioni precedenti di iOS. Prosegue spiegando che le due impostazioni non sono uguali, ma Apple le percepisce come tali. “L’impostazione precedente riguardava il monitoraggio degli annunci, oscurando l’IDFA per mitigare lo stesso, ma la funzione attuale è molto più ampia e ci sono più fattori. Un’altra svolta per i giocatori nel mercato della pubblicità mobile” ha concluso.

Impossibilità di attivare la funzione

Alcuni utenti hanno fatto sapere di non riuscire ad attivare la funzione Consenti alle app di richiedere il monitoraggio. Sulla sua pagina di supporto Apple ha risposto che questo disguido interessa i dispositivi con account per minori, gli ID gestiti da istituti scolastici o altra organizzazione che limita il tracciamento, e gli ID Apple creati negli ultimi tre giorni. Sembra però che il problema persista anche per soggetti al di fuori di questi sopra citati. In ogni caso, la società di misurazione mobile AppsFlyer ha dichiarato lo scorso anno, in un post sul suo blog, che in qualche occasione la funzione poteva essere ripristinata semplicemente disconnettendo e poi riconnettendo il proprio account iCloud.

Mancato implemento del prompt

Molti sviluppatori hanno iniziato a inserire il loro pop-up sulla privacy subito dopo l’aggiornamento, mentre altri stanno ancora aspettando. “Alcuni marchi hanno deciso che non mostreranno il prompt ATT alla prima apertura” spiega ancora Simon Poulton. “Hanno solo una possibilità per mostrare all’utente il pop-up, e alcuni sviluppatori stanno aspettando di vedere come cambieranno le cose prima di procedere. Ciò significa, tuttavia, che quelle app non saranno in grado di accedere agli IDFA degli utenti nel frattempo”.

Le parole di Aaron McKee

“Dopo aver installato iOS 14.5 sono rimasto sorpreso dal fatto che poche applicazioni mi presentassero un pop-up” considera Aaron McKee, Chief Technology Officer di Blis, società di tecnologia pubblicitaria. “Non ne ho visto uno su Twitter, Facebook, Reddit, Snap, LinkedIn, Uber, Uber Eats, Deliveroo, TripAdvisor o qualsiasi altro gioco o app di utilità che ho trovato sul mio telefono”. Prosegue illustrando un paio di dati: lo scorso giovedì il 30% delle richieste di offerta per iOS sulla rete di Blis è arrivato con un IDFA presente, il che fa capire che quegli utenti avevano optato per il monitoraggio. Invece, per la versione precedente di iOS era l’89%.

Approccio a prova di futuro

“Alcuni utenti comprendono lo scambio di valore che esiste tra app ed editori: condividere un po’ di dati, per lo più pseudo-anonimi, significa che le app possono continuare a fornire contenuti gratuiti” spiega ancora McKee. “Sembra anche che una sezione trasversale significativa non voglia far parte di quello scambio di valore, e le società pubblicitarie e adtech dovrebbero garantire di avere un approccio a prova di futuro, privacy-first per raggiungere il proprio pubblico”.

Pubblicità Apple

Esaurito l’argomento principale, possiamo procedere ad un piccolo off-topic. È infatti possibile verificare se abbiamo scelto di ricevere annunci personalizzati sui servizi Apple. C’è un motivo per tutto questo: Apple sta preparando un formato di annuncio negli Store, per suggerire agli utenti le app che potrebbero voler scaricare. L’azienda ha fatto sapere di non tenere traccia degli utenti, e che le sue app non condividono le informazioni per scopi pubblicitari con altre aziende. Ma ugualmente, il fatto che questa impostazione funzioni su base opt-out e appaia in un menu separato non ha trovato tutti d’accordo.

Una scappatoia intelligente

Un commento in proposito da parte di Shumel Lais, CEO della piattaforma di analisi Appsumer. “È certamente qualcosa di cui il settore degli annunci per dispositivi mobili non è colpito. Ma alla fine Apple può farla franca, in quanto può pubblicare annunci personalizzati utilizzando la propria soluzione di attribuzione senza dover esporre gli identificatori degli utenti agli inserzionisti”.

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