Koo app: il possibile concorrente di Twitter in Nigeria

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Circa una settimana fa il governo nigeriano ha annunciato la messa al bando di Twitter. Per compensare ecco Koo app, che potrebbe sostituirlo completamente.

Koo app, cos’è esattamente?

I motivi del blocco di Twitter sono presto spiegati. Il presidente Muhammadu Buhari ha apertamente ammesso il desiderio di controllare i social media, in quanto spesso utilizzati da attivisti e gruppi di opposizione che gli si contrappongono. Il pretesto è quello di contrastare la disinformazione, da quando lo scorso 2 giugno Twitter aveva cancellato un tweet del presidente, ritenuto una minaccia di violenza. Il tempo di due giorni, ed ecco la reazione: la sospensione del social, e alcune società di telecomunicazioni locali che hanno proceduto al blocco.


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L’arrivo di Koo app

Ecco dunque che Koo, piattaforma di microblogging indiana, ha approfittato della situazione per insinuarsi sul mercato. Pochi giorni e l’app era comparsa sugli App Store di Apple e Google in Nigeria, e su LinkedIn erano fioccati annunci di lavoro alla ricerca di persone che parlassero la lingua locale. Anche in India l’app si è schierata come una valida alternativa a Twitter: e sappiamo bene quando nel Paese di Modi la disinformazione sia diventata quasi la regola. Per quanto Nigeria e India abbiano qualche punto in comune, però, non è detto che Koo possa prendere piede anche qui.

Affermare la propria identità

“Koo può ancora, in teoria, differenziarsi affermando di avere un maggiore impegno per la comprensione locale” ha spiegato Prateek Waghre, analista di politica tecnologica. “In tal modo, stabilirà anche un livello più alto per sé stessa per affrontare le sfide che anche le aziende con risorse di gran lunga migliori hanno faticato a risolvere”.

Le origini di Koo app

La prima idea era nata già nel 2018, quando l’imprenditore Aprameya Radhakrishna ha iniziato a lavorare su un’app che permettesse di porre domande ad alta voce e di ricevere risposte allo stesso modo. Il successo fu immediato, con 25 milioni di utenti mensili, e nel 2020 Koo veniva lanciata. La cosa singolare è che né il fondatore né i suoi collaboratori hanno voluto rilasciare dichiarazioni sulla sostituzione di Twitter.

L’evoluzione della lingua

Inizialmente, l’app era concepita solo nella lingua locale, basandosi sulla sua identità prettamente indiana. Soltanto successivamente il fondatore ha deciso di aggiungere la funzionalità in inglese, proprio nell’eventualità che Twitter potesse “mettersi nei guai negli Stati Uniti”. In India, però, nel novembre del 2020 sono iniziati a sorgere dei problemi per Koo.

Twitter e la disinformazione

In quel periodo, a Delhi migliaia di agricoltori protestavano contro l’approvazione di tre controverse leggi sull’agricoltura. Gli scontri erano culminati in atti di violenza, e molti dei manifestanti se ne erano lamentati su Twitter. Il governo aveva chiesto al social di sospendere diversi account di media e politici dell’opposizione, colpevoli di aver diffuso disinformazione. Se inizialmente Twitter aveva rifiutato, in seguito aveva cambiato idea. Da allora, i rapporti si erano fatti molto tesi.

Un social apolitico (o forse no)

Il fondatore insiste che Koo è un social apolitico, ma appare ovvio che si sia schierato più di una volta, come nel caso di una star di Bollywood sospesa da Twitter per violazioni della condotta. Conseguentemente, mentre Twitter perdeva punti, Koo al contrario aumentava i suoi download. Infine, segnaliamo che Koo conta al momento 6 milioni di utenti in India, contro i 17 di Twitter.

L’approccio nigeriano

Tornando alla Nigeria, non è sicuro che Koo avrà anche qui lo stesso successo. Sicuramente il veto del governo a Twitter farà la sua parte, ma questo non significa che le cose andranno come sperato. “Lo sfidante dovrebbe imitare la qualità della rete originale, ovvero utenti di alta qualità” spiega Sameer Singh, investitore. “Se inizialmente l’assorbimento proviene da teorici della cospirazione di estrema destra, è più probabile che allontaneranno gli utenti di alta qualità”. In sostanza, i pareri sono come sempre discordanti, e solo il tempo potrà dare risposte.

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