La società di social media cinese WeChat avrebbe deciso di cancellare gli account rivolti alla comunità LGBT. Gli utenti avrebbero ricevuto un avviso nel quale venivano informati di aver violato le regole della piattaforma, senza però specificare quali regole. Continua la repressione dei diritti in Cina.
WeChat cancella gli account LGBT?
La società di social media cinese WeChat, secondo quanto emerso, avrebbe rimosso gli account rivolti alla comunità LGBT. Questo ha alimentato le preoccupazioni dei funzionari statunitensi e dei gruppi per i diritti umani sui continui sforzi del governo cinese per censurare i contenuti online. Il fondatore di un gruppo LGBT, che ha parlato in modo anonimo con l’Associated Press per paura di ritorsioni, ha affermato che dozzine di account di social media sono stati chiusi martedì sera. Secondo quanto riferito, gli utenti avrebbero ricevuto un avviso nel quale venivano informati che aveva violato le regole della piattaforma. L’AP ha sottolineato che non sono stati forniti ulteriori dettagli su quali contenuti specifici abbiano portato alle violazioni. Ma neanche quali regole siano state utilizzate per giustificare i divieti sugli account, tra cui quelli gestiti da studenti universitari e organizzazioni non governative.
Le dichiarazioni del Dipartimento di Stato USA
Il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Ned Price, ha risposto alla notizia dei divieti durante una conferenza stampa di mercoledì. Ha detto ai giornalisti che l’amministrazione Biden è “preoccupata che la Cina abbia limitato gli account sui social media dei gruppi di studenti LGBTQI Plus e delle ONG che stavano semplicemente esprimendo le loro opinioni, esercitare il loro diritto alla libertà di espressione e di parola”. Ha quindi aggiunto: “Ci opponiamo all’uso delle restrizioni di rete per sopprimere la libertà di espressione online“.
La comunità LGBT in Cina
In Cina l’omosessualità è stata depenalizzata dal 1997. Tuttavia i cittadini LGBT continuano a subire discriminazioni in tutto il Paese. Il governo cinese ha continuato a porre limiti alla comunità LGBT. Ha emanato una controversa legge sulla sicurezza informatica in base alla quale i contenuti LGBT sono inclusi nel divieto perché ritenuti “dirompenti” per l’ordine sociale cinese.
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