Red Hat Linux, ecco Resilient Storage Add-On

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Grandi novità per Red Hat Linux. Il sistema operativo ha infatti rilasciato il suo nuovo software, dal nome Resilient Storage Add-On (RSAO), che sarà possibile eseguire nei Cloud pubblici AWS e Azure. Cosa significa? Vediamo più nel dettaglio.

Come opererà su Red Hat?

La prima cosa da dire è che con questo software app come SAS e IBM Websphere MQ potranno essere eseguite proprio in AWS e Azure, su Red Hat Linux. Inoltre, RSAO permetterà a tutti gli utenti di accedere ad un unico dispositivo di archiviazione su ogni server di un gruppo. L’Add-On, poi, includerà il Global File System 2 (GFS2), che supporterà l’accesso simultaneo: si tratta di un meccanismo di blocco a livello di cluster, che monitorerà l’accesso allo storage. Ci sarà poi un file system conforme a POSIX su 16 nodi, e un cluster Samba o Common Internet File System per Windows.


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Un componente aggiuntivo

A dare l’annuncio della nuova funzionalità è stato, sul suo blog, Bob Handlin, Experience Productor Manager per Red Hat Enterprise Linux. “Red Hat offre GFS2 come parte del nostro High Availability Add-On perché fornisce le funzionalità necessarie ai membri del cluster per accedere contemporaneamente allo stesso dispositivo a blocchi” ha spiegato. “GFS2 è un vero file system cluster Cloud ibrido con spazio dei nomi condiviso a 64 bit con semantica molto vicina a POSIX e coerenza completa del cluster. Molti scenari di cluster richiedono questo genere di cose”.

Red Hat, finalmente abilitati AWS e Azure

La vera notizia dunque è questa: fino a poco tempo fa AWS e Azure non supportavano i dispositivi di archiviazione a blocchi condivisi nei loro Cloud. Infatti, fino ad un anno fa soltanto una macchina virtuale alla volta poteva accedere ad un dispositivo Elastic Block Storage (EBS). “L’anno scorso i provider di Cloud pubblico Microsoft Azure e Amazon AWS hanno annunciato il supporto per i dispositivi a blocchi condivisi” ha affermato ancora Handlin. Questo ha aperto dunque la strada a Red Hat, per fornire supporto a quelle piattaforme. Né è escluso che altre possano aggiungersi in futuro, come AWS EBS, Alibaba Cloud o dischi condivisi di Azure, ad esempio. Non rimane, come sempre, che aspettare.

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