Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha aperto un’indagine sulla Overwatch League in merito alla politica del soft salary cap. la cosiddetta tassa sul lusso violerebbe infatti le leggi dell’antitrust. La lega di Esports, al contrario delle altre leghe sportive, non gode delle esenzioni non legali sul lavoro sancite dallo Sherman Act.
Perché il DOJ ha aperto un’indagine sul soft salary?
La divisione Antitrust del Dipartimento di Giustizia statunitense sta indagando sulla Overwatch League nell’ambito della sua politica del “soft salary”. A riportarlo è un rapporto di Dot Esports. Secondo il rapporto, la soglia del soft salary cap del 2020 è stata di 1,6 milioni di dollari. Nel caso una squadra superi tale importo negli stipendi annuali dei giocatori, l’organizzazione sarebbe obbligata a pagare gli stupendi dei giocatori, così come l’importo in eccesso, alla lega come tassa sul lusso. Dal momento che una tassa sul lusso così impostata può potenzialmente scoraggiare altre organizzazioni per l’offerta di stipendi competitivi, potrebbe trattarsi di una violazione dell’antitrust.
Indagine Overwatch League: le parole di Activision Blizzard
Questa politica non è mai stata riconosciuta pubblicamente da Activision Blizzard. Una portavoce di quat’ultima organizzazione ha dichiarato a PC Gamer: “Abbiamo ricevuto una richiesta dal Dipartimento di Giustizia e stiamo collaborando di conseguenza. Offriamo intrattenimento epico ai nostri fan e supportiamo i nostri giocatori e i nostri team nel produrre il massimo campionati di eSport competitivi e divertenti nel mondo”.
Le altre leghe sportive si basano sullo Sherman Act
Molte leghe sportive non hanno vincoli di questo tipo. Società sportive come NFL e NBA godono di “esenzioni non legali sul lavoro”. A sancire ciò è lo Sherman Act del 1890, un atto legislativo antitrust non applicabile agli accordi sindacali-datori di lavoro, come con queste leghe. I giocatori della Overwatch League non sono tuttavia attualmente sindacalizzati.
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