Fake News: le piattaforme collaborano per arginarne il diluvio

La guerra contro la disinformazione non è ancora vinta, ma la battaglia è cominciata.

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Fake News

Le fake news negli ultimi mesi hanno travolto l’informazione digitale. Difendersene è un’impresa sempre più ardua. Le piattaforme digitali stanno cercando di prendere provvedimenti per limitarne la quantità.

Qual è stato l’effetto della pandemia sulle Fake News?

Come ha spiegato la vicepresidente della Commissione europea, Vera Jourová, la disinformazione si è concentrata sui Paesi più colpiti dal coronavirus.
Ondate di disinformazione hanno colpito l’Europa durante la pandemia provenienti tanto dall’interno quanto dall’esterno dell’UE. Per lottare contro la disinformazione dobbiamo mobilizzare tutti i soggetti interessati, dalle piattaforme digitali alle autorità pubbliche”.

Esempi di disinformazione

Secondo l’esecutivo di Bruxelles alcuni Paesi Terzi, in particolare Russia e Cina, “sono impegnati in campagne di disinformazione sul Covid 19 in Europa e a livello mondiale nel tentativo di minare il dibattito democratico”.
Purtroppo, l’Italia è uno dei Paesi più colpiti da questa campagna di disinformazione. L’articolo che ha avuto più seguito è stato pubblicato da Sputnik Italia ricevendo 112.800 like, condivisioni e commenti su Facebook, Twitter, Pinterest e Reddit. L’articolo sosteneva falsamente che la Polonia non aveva permesso a un aereo russo con a bordo aiuti umanitari e un team di medici diretto in Italia di sorvolare il proprio spazio aereo.

Fake News: le azioni intraprese dai vari social

L’ esecutivo Ue promuove Google, Microsoft, Tik Tok, Facebook e Twitter, che dimostrano di aver compiuto progressi nella lotta contro le fake news e le informazioni fuorvianti sul coronavirus e i vaccini. Questo lavoro “aumenta la trasparenza delle piattaforme online e rappresentano un passo in avanti nella giusta direzione” ha detto Jourova.

Quanti sono stati i contenuti rimossi?

A ottobre Tik Tok ha bloccato 1.300 video con fake news mediche e 81.385 video sul coronavirus, diffusi in Italia, Germania, Francia e Spagna, reindirizzando le persone a fonti affidabili sulla pandemia. Nello stesso mese, Microsoft ha impedito la visualizzazione di oltre 1,4 milioni di inserzioni ingannevoli sul coronavirus. Facebook e Instagram hanno rimosso 28mila post con informazioni errate sul virus. “Vaccini sicuri ed efficienti sono a portata di mano,” ha detto il commissario per il Mercato interno Ue, Thierry Breton, “è fondamentale che questi sforzi scientifici non siano minati da campagne di disinformazione rivolte ai cittadini, che alimentano la paura e seminano sfiducia”.

La guerra di Facebook

Il social ha già messo in campo un serie di strumenti e iniziative per combattere la disinformazione e contribuire ad aumentare la consapevolezza degli utenti. Il social blu è infatti parte dei firmatari del “Codice di buone pratiche sulla disinformazione” promosso dalla Commissione Europea nel 2018 e ha assunto oltre 35.000 persone che si occupano di sicurezza della piattaforma. L’impegno profuso rischia però di non bastare se le aziende sono lasciate sole ad affrontare dilemmi etici e sociali complessi, decidendo ciò che può restare sulla piattaforma e ciò che deve essere rimosso.

La strategia del social blu

Per combattere il fenomeno delle fake news, il social promuove un approccio differenziato che si basa sui tre pilastri: rimozione, riduzione ed informazione. L’azione di Facebook si fonda sul presupposto che non tutti i contenuti vadano rimossi. Per alcuni bisogna strutturare interventi differenti come la diminuzione della distribuzione e della visibilità oppure la creazione di una maggiore consapevolezza dell’utente nei confronti di tali contenuti. Ad esempio, è possibile intervenire attraverso strumenti di segnalazione della notizia falsa, come etichette informative. “Questo – spiegano da Facebook – per trovare il giusto bilanciamento tra libertà di espressione e sicurezza dei propri utenti”. Un’altra fonte di diffusione di disinformazione sono i profili falsi, la cui creazione e uso sono contrari alle policy. Tra gennaio e marzo 2020 sono stati eliminati oltre 1.7 miliardi di account falsi, il 99.7% prima ancora che arrivassero sulla piattaforma.


I tweet ora si potranno condividere direttamente su Snapchat

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