Collezione Pokémon venduta all’asta per 300.000 dollari

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Secondo quanto riferito, la più grande collezione Pokémon al mondo a tema, composta da videogiochi, figurine, peluche e molto altro, sarà messa all’asta. Una donna “anonima” dell’Hertfordshire in Inghilterra metterà all’asta più di 20.000 articoli in un “lotto unico” alla fine di questo mese, il 18 ottobre. Una società d’aste locale ritiene che la collezione potrebbe incassare fino a 300.000 dollari (circa 304.048,50 euro)

Il venditore dice che si sta separando dalla collezione Pokémon per “motivi finanziari”

Ma intende aggrapparsi ad alcuni oggetti sentimentali. Il certificato del Guinness World Record allegato alla collezione sarà esposto in una mostra di cultura pop all’Hertford Museum.
Anche se non è chiaro chi stia vendendo esattamente, più di un decennio fa, un fan inglese di mostri tascabili ha fatto notizia dopo essere diventato il più grande collezionista di Pokémon.

Il mondo dei Pokémon fa sognare e appassionare milioni di fan sin dal 1996

Anno in cui i primi videogiochi venivano rilasciati in tutto il mondo. Il brand ha raccolto un tale entusiasmo da potersi ampliare in numerosi settori, e come poteva mancare il collezionismo? In un mare di statuette, peluche e giocattoli, da ben 25 anni le carte collezionabili dei Pokémon ricevono grande successo, e ne esistono ormai a decine di migliaia, tutte diverse. Con così tante carte a disposizione, in un mondo come quello collezionistico era naturale che accadesse. Alcune carte dei Pokémon hanno iniziato a valere una fortuna per diversi motivi. A volte, i loro stessi proprietari non si rendevano conto di possedere un grande tesoro!

Scopriamo una carrellata delle carte Pokémon che valgono di più al mondo

E come riconoscere quelle di buon valore che possono essere finite nei vecchi raccoglitori di quando eravamo piccoli, o nelle buste acquistate per i nostri figli.

Come capire quanto vale una carta da collezione Pokémon

Le carte Pokémon, come tutte quelle dei giochi collezionabili, partono dagli esemplari di valore pressoché nullo, fino ad arrivare a pezzi che vale la pena vendere, e infine a carte preziose quanto un diamante. Può stupire, ma è così che funziona il mondo dei vecchi giocattoli! Se vogliamo sapere quanto vale una carta Pokémon in nostro possesso, il primo elemento da guardare è un piccolo simbolo nero in basso a destra, posto appena accanto al numero di quella carta. Questo simbolo indica la rarità generica:

  • Le carte comuni sono rappresentate da un pallino, e valgono solo pochi centesimi di euro: ne escono almeno 5 in ogni busta, e vengono generalmente vendute in grossi lotti per gli acquirenti più piccoli.
  • Quelle non comuni hanno invece un rombo: il loro valore è quasi sempre risibile, solitamente qualche decina di centesimi, o in casi particolari pochi euro, se si tratta di carte usate dai giocatori dei tornei e quindi un po’ più richieste. Sono comunque facili da trovare: in ogni pacchetto ne escono almeno 3.
  • L’ultimo simbolo è la stella, che caratterizza le carte rare: ne è garantita una per busta. Il problema del riconoscimento delle carte Pokémon è che sotto il simbolo di stella ne ricadono di tutti i valori, dalle poche decine di centesimi fino alle centinaia di euro.

Il primo trucco per “capire” la stella è guardare il resto della carta

Se non ha alcun effetto brillante è una rara “semplice”, e in questo caso difficilmente supererà l’euro di valore. Se invece possiede degli effetti olografici basilari nell’illustrazione, può valere un po’ di più, anche qualche euro. I prezzi iniziano a diventare interessanti se la carta ha illustrazioni intere, diciture speciali nel nome (come EX, GX, V) ed effetti brillanti molto più spettacolari. Se ci sembra di aver trovato un pezzo raro, o comunque per dirimere il valore di qualunque carta, la procedura consigliata è cercare su internet. Carte con la stessa rarità, infatti, possono avere valori molto diversi. L’unico modo per scoprire quanto le valuta il mercato è inserirle in portali usati da venditori e acquirenti, come eBay e Cardmarket, navigando soprattutto tra i prodotti già venduti per farci un’idea di quanto la gente sia disposta a spendervi.

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