“The Facebook Files”: WSJ denunciato da Facebook

Il rapporto, contenente dei documenti interni, sarebbe stato erroneamente interpretato

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“The Facebook Files”: WSJ denunciato da Facebook

Il social network Facebook ha denunciato la testata giornalistica statunitense Wall Street Journal per aver pubblicato un rapporto con documenti interni ritenuti erroneamente interpretati. Secondo la società di Menlo Park, il report, che prende il nome di “The Facebook Files”, muoverebbe accuse infondate. Il WSJ ribatte però alle accuse, sostenendo che si è trattato di una pubblicazione legittima, frutto di una raccolta di materiale già reso pubblico al Congresso.

Perché Facebook ha denunciato il WSJ per il rapporto “The Facebook Files”?

La piattaforma social Facebook ha presentato una denuncia contro la testata Wall Street Journal. Quest’ultima aveva pubblicato una serie intitolata “The Facebook Files”, basata su documenti interni del social. Tra questi documenti vi sono la gestione degli standard degli account di utenti di alto profili, i rischi di Instagram per gli adolescenti e una modifica degli algoritmi. Ma non solo. Sarebbero infatti presenti anche contenuti relativi alla lotta dell’azienda di Menlo Park contro i contenuti pericolosi e la situazione dei no-vax sulla piattaforma. Secondo Nick Clegg, vicedirettore delle comunicazioni dell’azienda, si tratta di informazioni interne erroneamente interpretate. “Questi sono problemi seri e complessi, ed è assolutamente legittimo per noi essere ritenuti responsabili di come li affrontiamo. Ma queste storie hanno contenuto deliberate interpretazioni errate di ciò che stiamo provando a fare. Ha conferito motivazioni egregiamente false alla leadership e ai dipendenti di Facebook”, ha detto Clegg in una dichiarazione.  

Il Wall Street Journal ribatte a Menlo Park

Non si è fatta attendere la risposta del Journal. Il WSJ ha infatti affermato che “The Facebook Files” è un rapporto frutto di un’indagine basata su “un’ampia gamma di comunicazioni interne di Facebook, nonché su interviste con dozzine di ex ed attuali dipendenti”. Secondo la testata statunitense, inoltre, molti dei documenti utilizzati erano in precedenza stati presentati al Congresso e alla Securities and Exchange Commission. Secondo il New York Times, invece, i dirigenti di Facebook intendevano divulgare selettivamente i dati con rapporti accurati, e non fornire a estranei documenti per scoprirli da soli.

Cosa si afferma nel rapporto “The Facebook Files”?

Nel rapporto del Wall Street Journal ci si focalizza in modo particolare su come Facebook avesse erroneamente fornito ai ricercatori la metà dei dati previsti per valutare l’impegno nell’ambito dei contenuti politici negli USA. La società ha tuttavia riconosciuto questo errore, e ha affermato che intende inviare i dati mancanti entro le prossime settimane. Un’altra accusa mossa nei confronti del noto social network riguarda un comportamento ostile con i ricercatori esterni, in particolare con quelli della New York University e un’organizzazione non profit chiamata AlgorithmWatch.

Un’accusa in particolare viene smentita da Clegg

Tra tutte le accuse, ne spicca una in particolare per cui Clegg ritiene si tratti di un rapporto non legittimo. “Al centro di questa serie c’è un’accusa che è semplicemente falsa. Che Facebook conduca ricerche e poi le ignori sistematicamente e intenzionalmente se i risultati sono scomodi per l’azienda. Ci mette in discussione le motivazioni e il duro lavoro di migliaia di ricercatori, esperti di politica e ingegneri di Facebook che si sforzano di migliorare la qualità dei nostri prodotti e di comprenderne l’impatto più ampio”. È quanto ha affermato il vicepresidente per le comunicazioni di Facebook.


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