Facebook 2020: il giallo dei post rimossi senza nessun motivo

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Il Social Network più conosciuto Facebook e utilizzato nel mondo è nel pieno di un caos che potrebbe diventare ingestibile ed è per questo motivo che si sono creati circa 20 mila ricorsi ed è nato il Comitato di Controllo per controllare la rimozione di questi post. Sono stati infatti annunciati i primi sei casi su cui il Comitato lavorerà, e cercherà di capire se sia una decisione legittima o meno.

Facebook 2020: di cosa trattava il primo post rimosso?

I sei casi, su cui è possibile esprimere un commento pubblico, riguardano principalmente la violazione delle norme sull’incitamento all’odio in Paesi non anglofoni. Uno concerne la rimozione di un post contenente due tweet dell’ex primo ministro malese Mahathir Mohamad, in cui il politico sosteneva che i “musulmani hanno il diritto di essere arrabbiati e uccidere milioni di francesi per i massacri del passato”. L’utente che ha fatto ricorso ha spiegato che il post voleva essere una denuncia di quelle parole.

Facebook 2020: quali erano le problematiche degli altri post?

Il secondo caso riguarda due immagini di Aylan, il bambino Siriano morto sul bagnasciuga che ha rattristato tutto il mondo. Nel terzo l’utente chiede in birmano perché non ci sono ritorsioni contro la Cina per il trattamento riservato ai musulmani uiguri. Visto la differenza fatta sugli omicidi in Francia legati alle caricature. Un altro caso riguarda la rimozione da Instagram per le norme sulla nudità di alcune foto volte a sensibilizzare sul cancro al seno.

Cosa ha detto il Comitato di Controllo?

Nella scelta dei ricorsi di cui occuparsi viene data “priorità ai casi che hanno il potenziale di influenzare molti utenti in tutto il mondo, che sono di massima importanza per il dibattito pubblico o che sollevano domande importanti sulle normative di Facebook”.

Proprio in questo momento storico Facebook sono sotto minaccia dell’Ex Presidente Trump che sta chiedendo la revisione della Sezione 230 che modificherà la normativa, che garantirà ai giganti del web la non responsabilità per i contenuti pubblicati dagli utenti e la non perseguibilità legale per la cancellazione o la segnalazione di un post.

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