Gab, hackerato il social dell’estrema destra

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Sapete cos’è Gab? No? Proviamo a scoprirlo insieme. Si tratta di un social network americano, definito di estrema destra ma che si ritiene “alfiere della libertà d’espressione”. Se ne è parlato la prima volta nel 2018, dopo la strage di Pittsburgh (undici persone assassinate in una sinagoga), ed era nato appena due anni prima.

Gab, cosa è successo?

La notizia è dei primi di marzo: Gab è stato hackerato. Il suo creatore e Amministratore Delegato, Andrew Torba, ha definito gli invasori “un gruppo di demoni hacker transessuali malati di mente”. Insomma, non l’ha presa proprio benissimo, ma forse con una certa dose di ragione: si tratterebbe di 70 GB di dati rubati, tra messaggi privati, password e tanto altro. Vediamo, infine, chi sono questi hacker.


Parler e App Store ancora un rifiuto


Hacktivisti DDo Secrets

Sarebbe il nome del gruppo criminale, anche se l’autore materiale dell’attacco sarebbe uno solo, noto con il nome di JaXpArO. Lo scopo dell’azione sarebbe smascherare gli utenti del social, e per farlo hanno violato i messaggi di oltre 15.000 utenti. Con queste informazioni hanno poi creato un set di dati, per poter avere accesso a 40 milioni di post pubblici e privati. Ma non solo: la violazione si sarebbe spinta sino ai profili dei singoli utenti, rubando le password.

Sql Injection

Questo sarebbe il nome della tecnica usata per l’assalto informatico. In questo modo gli hacker hanno potuto inserirsi direttamente nel codice della pagina, creando una copia dei file testuali. Del bottino ottenuto, 70 GB come dicevamo, il gruppo intenderebbe dare il via ad una condivisione con ricercatori e giornalisti, anche se ha già dichiarato di non avere intenzione di renderli pubblici, per una questione di privacy.

Una miniera d’oro

“In un tempo più semplice o più ordinario, sarebbe un’importante risorsa sociologica” hanno spiegato gli hacktivisti nel loro blog. Invece la co-fondatrice di DDoSecrets, Emma Best, ha dichiarato alla versione americana del magazine Wired “I dati sottratti sono una miniera d’oro per la ricerca sulle persone che hanno interessi militari, vicine al neonazismo e all’estrema destra, a QAnon e a tutto ciò che circonda gli eventi del 6 gennaio”. Come ricorderete, questa è la data dell’assalto al Campidoglio dopo la vittoria di Joe Biden.

Gab minimizza l’accaduto

Inizialmente l’Amministratore Delegato ha minimizzato la gravità del fatto. In seguito ha dovuto ammettere che sia il suo account che quello dell’ex presidente Donald Trump sono stati compromessi dall’attacco. Già un mese fa, però, la rivista online Vice aveva rivelato che l’account di Trump non apparteneva davvero a lui, ma ad un altro utente.

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