Workrooms: Zuckerberg inventa il metaverso

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Workrooms

Il CEO di Facebook sostiene che in futuro lavoreremo, studieremo e viaggeremo in modi diversi. Nasce da qui Workrooms, un vero e proprio metaverso.

Workrooms: cos’è?

L’ultima folle idea di Mark Zuckerberg si chiama Workrooms e prende le mosse da un concetto fantascientifico, inventato dallo scrittore Neal Stephenson. L’autore del romanzo “Snow Crash” ipotizzava un mondo in 3D (metaverso), all’interno del quale le persone si muovevano, socializzavano e compivano altre attività di diverso tenore. Avendone i mezzi, chiunque poteva accedere al mondo virtuale di Stephenson e creare il proprio avatar, una copia virtuale del nostro io in carne e ossa. Il multiverso del CEO di Facebook non è tecnologicamente avanzato come quello ideato da Stephenson, e forse Zuckerberg non ha preso spunto da “Snow Crash” nell’idearlo, ma potrebbe gettare le basi per un futuro virtuale. Nel metaverso di Facebook si potrà fare tutto, perché sarà come un “internet materializzato”.

Workrooms: Zuckerberg spiega l’idea

“Puoi immaginarlo come il diretto successore dell’internet mobile. Immagina un internet materializzato, in cui invece di vedere semplicemente il contenuto ci sei dentro. E ti senti fisicamente presente con altre persone in altri luoghi”, dice Zuckerberg in una lunga intervista rilasciata al network The Verge, il 22 luglio scorso. L’impressione sarà quella di trovarsi in un luogo “reale”, nel quale muoversi fisicamente pur restando seduti sul divano di casa. Sentire, vedere e percepire persino la profondità. Sarà come una versione 2.0 della nostra realtà. Secondo Zuckerberg molti di noi passano molto tempo incollati allo smartphone. Socializziamo, facciamo shopping e leggiamo il giornale con pochi movimenti dei pollici. Workrooms sarebbe solo un modo più “naturale” di farlo.

Come Zuckerberg immagina il metaverso

“Immaginate”, dice Zuckerberg nella sua intervista, “di star camminando per strada, o di entrare da Starbucks e di dover parlare con un collega di lavoro. Invece di parlare con lui al telefono, apparirà un ologramma del suo avatar, proprio accanto a voi, e vedrà le stesse cose che vedete voi su degli schermi virtuali condivisi, proiettati dai vostri occhiali e con cui discorrerete in maniera naturale. Terminata la conversazione, lui scomparirà in uno schiocco di dita per andare a fare qualcos’altro da qualche altra parte”.

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