Gli assistenti vocali ci spiano?

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Gli assistenti vocali

Gli assistenti vocali come Google, Alexa e Siri sono sempre al nostro servizio, ma in molti temono possano spiare le nostre conversazioni private. Vediamo nell’articolo se davvero può essere possibile.

Molti sono i dubbi leciti sul fatto che gli assistenti vocali, come quello di Google, Alexa o Siri, possano spiarci. A tanti è capitato di parlare con amici e familiari di un prodotto specifico. Ma anche in molti hanno notato che incredibilmente poi quell’articolo risulta suggerito sul nostro pc o smartphone. Per questi motivi spesso esiste un timore verso dispositivi elettronici sempre pronti ad ascoltarci.

La paura è fondata?

Non esistono prove concrete che dimostrino l’intromissione non voluta degli assistenti vocali alle nostre conversazioni. E allora come mai capita di vedere sponsorizzati certi articoli di cui ne abbiamo parlato poco prima? Sempolice! Dietro a ogni inserzione pubblicitaria incontrata navigando online c’è un sistema molto complesso fatto da cookie, metodi di tracciamento, affiliazioni tra le varie piattaforme e soprattutto algoritmi. Questi ultimi sono stati sviluppati e perfezionati nel tempo da chi opera nel mondo dell’advertising per arrivare a prevedere i desideri degli utenti. Tutto questo per cercare ipotetici clienti.

Gli assistenti vocali sempre all’ascolto

In effetti gli assistenti vocali stanno sempre all’ascolto. Di cosa? Della parola ‘magica’ che attivi una determinata procedura. La funzione si chiama “wake word” che si occupa di riconoscere quel comando specifico pronunciato dall’utente al fine di attivarsi. “Ok Google”, “Alexa” o “Ehi Siri”, queste sono le parole specifiche. Per consentire un’interazione basata esclusivamente sulla voce, i microfoni sono dunque sempre aperti, ma le policy stabilite dai produttori garantiscono essere questa l’unica finalità.

C’é chi racconta il contrario

Alcuni report del 2019 affermano che non tutti sono consapevoli del fatto che tutto ciò che dici ai tuoi altoparlanti intelligenti di Google e al tuo Assistente Google viene registrato e archiviato. Ma questo è chiaramente indicato nei termini e condizioni di Google. E ciò di cui le persone certamente non sono a conoscenza, semplicemente perché Google non lo menziona nei suoi termini e condizioni, è che i dipendenti di Google possono ascoltare estratti di quelle registrazioni. Perché Google archivia queste registrazioni e perché i dipendenti le ascoltano? In realtà non sono interessati a quello che dici, ma al modo in cui lo dici. Il sistema informatico di Google è costituito da algoritmi intelligenti di autoapprendimento. E per comprendere le sottili differenze e caratteristiche della lingua italiana, ha ancora bisogno di imparare molto.

Oggi le aziende dichiarano di non ascoltare le conversazioni degli utenti e nel tempo hanno introdotto nuovi controlli per consentire, nel caso lo si desideri, di pulire la cronologia dei comandi vocali impartiti agli assistenti. Questo grazie alle normative del GDPR che in Europa regola il trattamento dei dati.

Gli assistenti vocali e la privacy

Google, Amazon, Apple e gli altri assistenti non possono ignorare o sottostimare i feedback ricevuti. Questa é una paura lecita e non basta una semplice rassicurazione. Il successo sul mercato passa anche dalla capacità di spiegare l’impegno profuso ai fini della tutela della privacy convincendo gli utenti della loro buonafede. Dopotutto oggi si fa più o meno di tutto per carpire dati sensibili.

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