Si sa, gli artisti sono persone fantasiose e dall’estro creativo che molto spesso ha dell’incredibile. Nel corso della loro carriera arriva sempre il momento di realizzare un progetto che passi alla storia come ambizioso, quasi folle e questo può avvenire solo quando lo stesso artista vanta già una certa notorietà nel suo campo. Si parla quindi di Vanity Project: l’autore, che può vantare una credibilità professionale precedente, può dare alla luce idee sopra le righe, andando contro al volere e al gusto dei più.
Cyberpunk 2077: il Vanity Project di CD Projekt RED
È altrettanto vero che queste scelte sono costellate di difficoltà di ogni tipo: si parte dai costi di produzione perennemente da aggiornare, i ritardi nella realizzazione e i continui aggiustamenti in corso d’opera. I cancelli del cielo, film di Michael Cimino, è un esempio lampante di Vanity Project. Si tratta di un film dalla produzione estremamente dispendiosa e che all’uscita nelle sale si è rivelato un flop. Solo dopo diversi anni è riuscito ad affermarsi tra gli appassionati cinefili come un cult.
Possiamo tracciare un parallelo tra il regista Michael Cimino e i produttori di CD Projekt RED e le loro opere I cancelli del cielo e Cyberpunk 2077. Lo studio di sviluppo polacco è passato in breve tempo da un semi anonimato all’immenso seguito ottenuto grazie al successo della trilogia di The Witcher e al suo protagonista Geralt di Rivia. È proprio a questo punto che CD Projct decide di lanciarsi nel suo personalissimo Vanity Project. Sceglie quindi di abbandonare la fortunata saga e tutti i suoi possibili spin off per dedicarsi ad un progetto completamente innovativo.
L’annuncio dell’arrivo del nuovo gioco arriva mentre i fan attendono ancora l’uscita di The Witcher 3. CD Project vuole realizzare qualcosa di completamente diverso. Abbandona il mondo magico costellato di draghi, cavalieri e incantesimi per approdare in un universo fantascientifico con androidi e criminalità organizzata.
Tanto rumore per nulla?
Sono passati ormai 8 anni dal momento dell’annuncio. Finalmente Cyberpunk 2077 è disponibile ed è arrivato il momento che i gamers di tutto il mondo aspettavano da tempo. Cyberpunk 2077 attinge moltissimo dalle suggestioni di Gibson e Sterling, come anche da tutti gli aspetti decadenti e pessimisti tipici di Blade Runner e del Neuromante. Si tratta infatti della trasposizione videoludica di un gioco di ruolo cartaceo fantascientifico. Vi ricorda forse qualcosa? Proprio come i protagonisti della serie Netflix Stranger Things.
Giocando per la prima volta, si entra in questo mondo nelle vesti di un mercenario e bisogna cercare di sopravvivere in mezzo a violenza, mancanza di pietà e spietatezza. Come se non bastasse, ci si ritrova impigliati in una trama più fitta, con la morte di una rockstar alla base di un complotto per la ricerca della vita eterna. Piccola chicca: il cantante morto, che nel videogame ha il nome di Johnny Silverland, ha il volto del celeberrimo Keanu Reeves.
È possibile ovviamente personalizzare il proprio personaggio in tutte le sue caratteristiche fisiche. Anche se il pacchetto di offerte proposto dal mondo fantascientifico di Cyberpunk 2077 è immenso, nessuna di esse ha un vero impatto sul gioco. Si tratta solamente di abbellimenti del protagonista e nessuna di queste influenzerà direttamente lo svolgimento delle vicende. Bisogna inoltre evidenziare come la personalizzazione del protagonista in base ai gusti del giocatore non può essere apprezzata molto spesso durante il gioco. Saranno veramente pochi i momenti in cui, nello schermo, si regalerà un’inquadratura del proprio personaggio per intero, per poterlo osservare al meglio.
Bersaglio mancato
Ci si ritrova quindi a vagare per le strade di Night City, una città intricata e interessante da scoprire. Nel mentre, ci si rapporta anche con tutta una serie di personaggi che hanno il compito di rappresentare la decadenza del luogo in cui si trovano. Si tratta senza dubbio di un mondo senza speranza in cui l’imperativo è orientato alla mera sopravvivenza. Questo tipo di narrazione sembra quasi superata al giorno d’oggi: se fino a qualche decennio fa l’obiettivo era raccontare il continuo progresso, quasi spaventoso, della tecnologia, ora possiamo quasi vedere gli effetti di queste trasformazioni in un mondo a tratti distopico.
Questa perdita di effetto sul grande pubblico non influisce positivamente sui giudizi del gioco. Sebbene la narrazione in tutte le sue forme sia quella apprezzata dai fan di The Witcher, in termini emotivi la nuova creazione pecca e non colpisce. Nonostante gli sforzi immensi dei produttori, si percepiscono tutti i difetti, soprattutto con trame secondarie che sono troppo scontate o, nel tentativo di apparire strabilianti, risultano quasi incomprensibili.