L’Unione Europea potrebbe essere ancora una volta molto più avanti rispetto agli Stati Uniti nella regolamentazione per i giganti tecnologici. Il commissario per l’industria Thierry Breton ha già chiesto a Washington di unire le forze sul blocco del Digital Services Act. Vediamo in cosa consistono le nuove regole impartite dall’UE.
Regole UE: cosa cambia?
Si tratta delle nuove regole proposte dalla Commissione Europea a dicembre. Grazie ad esse, le aziende potrebbero vedersi imputate multe pari al 6% degli introiti annuali se non dovessero rispettare gli ordini di rimozione di contenuti illegali, tra cui i discorsi che incitano all’odio e alla violenza. Le decisioni unilaterali di piattaforme tech come Facebook e Twitter di bannare il presidente Donald Trump hanno evidenziato come le decisioni di pochi giganti abbia un enorme impatto sul mondo di internet.
È proprio questo uno dei temi che l’Unione Europea vuole affrontare nel suo Digital Markets Act. Nel 2021, le proposte principali avanzate dall’UE inizieranno il lento percorso per diventare effettivamente leggi. Al momento, sono però nelle mani del Parlamento Europeo e degli stati membri del blocco, che molto probabilmente vi apporteranno alcune modifiche. Andiamo quindi a vedere cos’altro è in serbo per l’industria tech in Europa nel 2021.
Le regole per i colossi tech
La Commissione Europea dovrebbe presentare all’inizio dell’anno una proposta di legge per regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale. Lo scopo è quello di sottoporre questi sistemi ad alto rischio a test specifici delle autorità competenti prima di essere diffusi sul mercato. Gli stessi lavoratori della gig economy potrebbero vedere migliorare le loro condizioni lavorative grazie alle misure delineate in un documento che l’UE dovrebbe proporre a febbraio. La proposta legislativa dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno.
Le inchieste sui giganti tech certamente non sono state chiuse. Amazon ha due indagini aperte a suo carico, Apple ne ha tre, Facebook ha due indagini aperte in fase iniziale. Google ne ha almeno una che riguarda l’utilizzo dei dati come anche l’esame di parte della sua attività commerciale. Inoltre, il rispetto dei precedenti ordini dell’antitrust è sempre sotto esame e soggetto a critiche.
Per quanto riguarda le cosiddette digital tax, l’Unione Europea potrebbe spingere sull’imposizione di tasse ad hoc per i giganti tech e i loro introiti. Questo è già avvenuto in parte in Francia e potrebbe essere uno scenario altamente probabile se non si dovesse trovare un accordo a livello globale. Le misure in tal senso potrebbero essere introdotte in un secondo momento e rischiano di far infiammare la disputa tra Europa e Stati Uniti. Tutto questo proprio mentre queste potenze cercano di appianare le divergenze tra di loro con l’imminente inizio dell’amministrazione Biden.
Aiuti di stato
Le norme dell’Unione Europea sugli aiuti di stato sono state allentate in questo ultimo periodo per consentire ai governi di riversare fondi sulle economie colpite dalla pandemia. Questo allentamento dovrebbe venire meno a giugno di quest’anno. Esistono però alcuni casi difficili di aiuti di Stato da valutare per la Commissione Europea. È il caso, per esempio, del piano italiano per salvare la compagnia aerea Alitalia, eternamente in difficoltà.
Per quanto riguarda l’inasprimento delle norme verso la Cina, l’UE presenterà delle proposte già nel secondo trimestre per gli appalti pubblici e la parità di condizioni sui sussidi esteri. Queste manovre potrebbero frenare gli investimenti delle imprese statali cinesi in Europa. La commissione, inoltre, sta anche rivalutando l’interpretazione delle logiche di mercato in seguito alle critiche mosse dalla Francia.