Piattaforme: PS5/PS4, Xbox, Switch, PC
Genere: Action–puzzle fisico, single e multiplayer
Modalità: Campagna + KatamariBall (locale/online fino a 4)
C’è un fascino che non invecchia in Katamari: arrotolare il mondo per rimetterlo insieme. Once Upon A Katamari riprende quell’idea e la affina con più ritmo, più contenuti e un multiplayer finalmente centrale.
Premessa surreale, esecuzione lucidissima
Il Re di tutti i cosmi combina un disastro mentre fa “pulizie di primavera” e distrugge l’universo. Tocca di nuovo al Principe ricomporre i frammenti attraversando 10 biomi (dal western agli abissi) al comando della sua sfera adesiva. Le cutscene, lunghe e curate, cedono presto il passo al gameplay puro: scelta azzeccata, perché qui contano scorrevolezza e flow.
Level design e nuovi “Freebies”
Ogni livello propone obiettivi specifici: raggiungere peso/dimensione, raccogliere categorie di oggetti o scovare corone ben nascoste. La novità è nei Freebies, potenziamenti temporanei che rendono l’azione più dinamica:
- Magneti per attirare oggetti
- Cronometri per fermare il tempo
- Mini razzi per scatti rapidi
Sono booster che cambiano davvero l’approccio ai livelli più tosti, senza snaturare l’identità della serie.
Controlli: classici o semplificati
La curva di apprendimento resta quella “alla Katamari”: all’inizio si sbatte ovunque, poi scatta la magia e tutto fila. Due schemi di controllo (storico e semplificato) rendono l’ingresso morbido ai neofiti e preciso per i veterani. Frame rate stabile anche con schermo affollato: requisito essenziale per un gioco che vive di inerzia e precisione.
KatamariBall: il caos competitivo che mancava
La vera sorpresa è KatamariBall, modalità multiplayer locale/online fino a 4. Qui l’estasi contemplativa lascia spazio all’adrenalina: si accumulano oggetti, si evitano gli avversari più grandi, si deposita il bottino in zone-punteggio. Il risultato è un mix tra sport arcade e delirio cosmico—un po’ Rocket League, un po’ party game—sostenuto da 68 cugini sbloccabili e cosmetici a pioggia. La progressione incentiva il “ancora una partita”.
Stile: low-poly senza nostalgia canaglia
Direzione artistica low-poly aggiornata con texture più pulite e quantità esagerata di asset on-screen: scelta coerente, immediatamente riconoscibile. Come sempre, la colonna sonora ruba la scena: J-Pop, elettronica, jazz, techno si alternano con naturalezza e alcune edizioni includono tracce storiche della saga.
Cosa ci è piaciuto (e cosa no)
+ Ritmo e immediatezza, con obiettivi vari e Freebies ben dosati
+ KatamariBall è divertente e rigiocabile, progressione cosmetica generosa
+ Stabilità tecnica e opzioni di controllo accessibili
– La narrativa resta cornice: chi cerca una storia profonda resterà a bocca asciutta
– Alcuni obiettivi “collezionistici” possono diventare ripetitivi sul lungo periodo
Verdetto
Once Upon A Katamari non rivoluziona: perfeziona. È accogliente per chi entra ora, appagante per chi conosce ogni rotolata a memoria. Un invito a perdersi nel flusso del movimento e nella gioia infantile di trasformare città intere in una palla di colori. Caos zen, di nuovo—e meglio.



