DeepMind: dipartimento IA citato in giudizio per trattamento dati

Il dipartimento di proprietà di Google avrebbe utilizzato i dati sanitari di 1,6 milioni di pazienti del servizio sanitario nazionale britannico

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DeepMind: dipartimento IA citato in giudizio per trattamento dati

È stata avviata una class action contro DeepMind, il dipartimento IA di proprietà della casa di Mountain View. Le accuse riguarderebbero il possesso da parte del dipartimento dei dati personali di 1,6 milioni di pazienti del NHS britannico.

Perché DeepMind è stato citato in giudizio?

Una class action è stata avviata contro il dipartimento di intelligenza artificiale di proprietà di Google DeepMind. Quest’ultimo avrebbe utilizzato dei dati personali di ben 1,6 milioni di pazienti del National Health Service (NHS) britannico. A fornire questi dati era stato il Royal Free London NHS Foundation Trust nel 2015. DeepMind avrebbe dovuto utilizzare tali record per creare un’app per la salute, nota come Streams. Lo scopo avrebbe dovuto essere quello di aiutare gli operatori sanitari attraverso un assistente alimentato dall’intelligenza artificiale. Questo agosto, tuttavia, il dipartimento ha dismesso Streams, e ora la sua sezione relativa alla salute presenta un errore del server.

Già nel 2017 il dipartimento aveva avuto problemi

DeepMind si è pertanto trovata cin l’accesso a molti più dati rispetto a quelli annunciati pubblicamente. Già nel 2017, New Scientist aveva rivelato una situazione analoga in un rapporto. La UK Information Commission aveva quindi avviato un’indagine, che si è conclusa stabilendo che il Royal Free Hospital non aveva fatto abbastanza per la privacy degli utenti. Questo aveva portato alle scuse della stessa DeepMind.

La class action sarà su base “opt-out”

A lanciare l’ultima causa è stato Andrew Prismall, paziente dello stesso Royal Free che aveva avuto problemi nella situazione di qualche anno fa. La class action sarà su base “opt-out”, il che significa che tutte le parti degli 1,6 milioni di pazienti saranno coinvolte a meno che non richiedano esplicitamente di essere escluse. “Data l’esperienza molto positiva dell’NHS che ho sempre avuto durante i miei vari trattamenti, ero molto preoccupato nello scoprire che un gigante della tecnologia era finito con l’avere le mie cartelle cliniche riservate”, ha detto Prismall in una nota.


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