Disinformazione: dubbi su Clubhouse

Piovono critiche su Clubhouse. Diversi osservatori ed esperti di privacy sostengono che la piattaforma non faccia abbastanza per contrastare la piaga delle fake news e della disinformazione sul web.

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Clubhouse accuse disinformazione
Clubhouse non sarebbe in grado di bloccare disinformazione e fake news.

Clubhouse è sicuramente uno dei nuovi fenomeni del mondo digitale, con una popolarità in costante ascesa. Nonostante ciò, stanno emergendo i primi dubbi sul nuovo social network che, secondo alcuni critici, non farebbe abbastanza per bloccare la disinformazione e le fake news. Ad esempio, in questi ultimi giorni è finita al centro delle polemiche una discussione sui vaccini anti-coronavirus. Durante la conversazione, una persona è intervenuta per dire che il Covid-19 si potrebbe debellare facilmente ed efficacemente con prodotti naturali e di erboristeria, dunque i farmaci non sarebbero affatto necessari.

Questa persona ha continuato a portare avanti la sua tesi dinanzi a numerosi ascoltatori, affermando che le aziende farmaceutiche sono delle industrie, quindi interessate esclusivamente al business. Il loro obiettivo, dunque, sarebbe quello di incrementare i profitti: “Non si tratta della tua salute. Non si tratta del tuo benessere”, ha chiosato.

Questa incresciosa vicenda stride con il successo mondiale che sta conoscendo Clubhouse. La piattaforma, lanciata come applicazione da invito lo scorso marzo, in queste ultime settimane è diventata una delle più scaricate al mondo su iPhone. Nel giro di un mese è passata da 3,5 milioni a 11,4 milioni di download. Adesso però deve fare i conti con l’accusa di non essere attrezzata per combattere la disinformazione.

Clubhouse criticata per disinformazione

Molti esperti del web ma anche studiosi e intellettuali stanno manifestando una serie di dubbi sulla reale capacità del team di Clubhouse di controllare e moderare le conversazioni. Si teme infatti che il social network possa involontariamente favorire la disinformazione, un’accusa che in passato era già stata rivolta a Facebook e Twitter prima che prendessero provvedimenti.

Oltre al discutibile dibattito sui vaccini anti-Covid, sono emerse altre discussioni piuttosto inquietanti. Ad esempio su Twitter una persona ha pubblicato uno screenshot di una stanza di Clubhouse nella quale si metteva in dubbio la reale esistenza dell’olocausto con la seguente domanda provocatoria: “Sono stati davvero uccisi 6 milioni di ebrei?”. Gli utenti hanno prontamente inviato delle segnalazioni, e i responsabili del social del momento hanno risposto che questo genere di interventi non viene tollerato e che l’azienda condanna qualsiasi forma di “antisemitismo e tutte le altre forme di razzismo e di incitamento all’odio”.

Nonostante il chiarimento, alcuni esperti temono che comunque il sito possa non essere in grado di tenere sotto controllo tutti i casi di disinformazione online. Heinrich Long, esperto di privacy, ha affermato che finora l’obiettivo principale degli ideatori dell’applicazione è stato quello di incrementare il numero di iscrizioni senza dare troppa importanza alla piaga delle fake news. Ha aggiunto che, quando si aprono delle stanze di discussione, è possibile entrarvi in qualunque momento e spesso ci sono conversazioni con numerose persone anche di lingue diverse, e ciò renderebbe ancor più difficile operare un’attenta attività di moderazione.

Business Insider ha contattato Clubhouse per un’intervista sulla questione della disinformazione, ma per il momento l’azienda ha replicato inviando una mail firmata da un suo portavoce. Questi ha scritto a chiare lettere che “il razzismo, l’incitamento all’odio e gli abusi sono vietati su Clubhouse”, aggiungedo che comportamenti di questo tipo rappresentano una violazione del regolamento della piattaforma.

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Il portavoce ha continuato scrivendo che è vietato fare disinformazione sul social network e ha invitato tutti gli utenti ad inviare delle segnalazioni quando si accorgono di “violazioni dei nostri termini di servizio o delle linee guida della community”. Infine ha ricordato che, quando il team si rende conto della presenza di iscritti che non rispettano le regole, può intervenire per avvisare o per espellere direttamente coloro che hanno tenuto un comportamento inaccettabile.

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