Il cashback di stato è ufficialmente sospeso da oggi 1 luglio e nelle scorse ore il Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervento in Consiglio dei Ministri per spiegare le ragioni della decisione. Come riporta Il Sole 24, fonti di Palazzo Chigi dichiarano che è destinato a indirizzare risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori. In poche parole è un affare esclusivo per i ricchi.
Cashback di Natale ma a Pasqua
Cashback di Stato: un beneficio solo per i benestanti?
Ad usare di più i metodi di pagamento alternativi al contante sono i cittadini del Nord, più in generale chi vive nelle grandi città con il capofamiglia di età inferiore ai 65 anni, con un reddito medio-alto e una posizione lavorativa diversa da quella dell’operaio o del disoccupato. Queste categorie sarebbero quelle che traggono maggiori benefici dal cashback di Stato, mentre le famiglie meno abbienti non ne avrebbero nessun beneficio, inoltre il costo a carico dello Stato non sarebbe giustificato dall’effetto moltiplicativo del PIL.
Cashback di Stato: un’operazione mai decollata
Si è dimostrata l’inefficacia del programma cashback come strumento per favorire l’utilizzo di metodi di pagamento alternativi al contante: già il 73 percento delle famiglie benestanti utilizza il pagamento con carta di credito più dell’incentivo previsto dal programma vale a dire i 150 euro rimborsabili per le spese effettuate nel primo semestre dell’anno. Quindi in questi casi si ottiene il rimborso massimo senza modificare abitudini consolidate.
Il pagamento in contanti non è per tutti
Su l’altro fronte però c’è invece chi non ha una carta e chi la usa ben al di sotto dei limiti previsti per ottenere il rimborso: sono categorie che non ottengono benefici dalla misura, semplicemente perché non possono spendere le cifre richieste per ottenere il cashback. Per avere un parametro: mediamente per ottenere il rimborso i cittadini più poveri dovrebbero aumentare del 40 percento le spese effettuate tramite carte, quelli più ricchi solo dell’1 percento.
Quanto costa il cashback?
Il cashback costa allo Stato 4,75 miliardi di euro ma anche considerando il quadro economico e sociale complessivo caratterizzato dall’impatto della pandemia sui redditi delle famiglie italiane per il momento non è possibile ritenere che la misura riesca ad avere effetti significativi sul gettito.
Blocco licenziamenti: il cashback è sospeso
La sospensione del cashback va letta in connessione con lo sblocco dei licenziamenti che prende sempre il via da oggi con le eccezioni per i settori messi più in crisi dalla pandemia come il tessile e la moda. Il Governo presentando il Decreto Lavoro e Imprese approvato ieri ha confermato che le risorse recuperate sospendendo il cashback saranno destinate agli ammortizzatori sociali vale a dire gli strumenti che dovranno sostenere i lavoratori che perderanno il posto di lavoro dopo lo sblocco dei licenziamenti.
Cosa ha detto il Governo sulla sospensione?
Il Governo attraverso una nota fa sapere che: “Si dispone inoltre la sospensione del programma cashback e supercashback nel secondo semestre del 2021 e le risorse che si rendono conseguentemente disponibili sono destinate a finanziare interventi di riforma in materia di ammortizzatori sociali”. Dopo la sospensione per il semestre in corso, il Cashback dovrebbe tornare operativo a partire dal 2022.
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