Drest: un esempio di collaborazione tra moda e videogames

0
1644
Drest

L’ultimo anno si è dimostrato una bella sfida. Le aziende, i piccoli proprietari e l’e-commerce hanno dovuto reinventarsi. Anche il settore della moda ha dovuto adeguarsi ai cambiamenti dovuti alla pandemia. Molti eventi di moda non hanno infatti avuto luogo e lo stesso shopping ha subito delle modifiche. Come ha fatto però la moda a reinventarsi? Non soltanto tramite l’e-commerce. La moda è andata oltre e ha deciso di avvicinarsi al mondo dei videogiochi. E Drest è uno degli esempi di questo avvicinamento.

Cosa c’è da sapere su Drest?

Un primo chiarimento da fare è che Drest non è come gli altri videogiochi sulla moda. Sotto certi aspetti, si può parlare di una vera e propria novità assoluta. Perché? Basti pensare al fatto che i modelli presenti nel gioco sono reali. Ebbene non si tratta di vestiti nuovi o ispirati ad alcuni già esistenti, ma delle esatte copie di quelli di molti brand di moda di lusso. Come per esempio Guess, Versace, Valentino o anche Praga. Modelli che in molti non potrebbero permettersi nella vita di tutti i giorni dunque. Così come sono presenti alcuni brand più piccoli e meno conosciuti. La trama del gioco è inoltre molto semplice. L’obiettivo del giocatore è quello di diventare il miglior stilista di sempre e ciò è possibile tramite una serie di missioni giornaliere. L’unica pecca? Il gioco è disponibile solo per i dispositivi iOS.


TikTok è lo strumento di marketing più potente del 2021


Una vetrina su cellulare

Giochi come Drest non solo possono appassionare le persone, ma possono far conoscere anche nuovi brand. Come già accennato, il gioco stesso ha al suo interno modelli di brand di lusso, così come quelli di brand più piccoli e meno conosciuti. Rendere disponibili i modelli, anche se solo in modo virtuale, è un’ottima mossa di marketing. Un altro esempio è il gioco lanciato da Belenciaga. Secondo alcuni dati forniti dall’applicazione Lyst, due giorni dopo l’uscita del gioco, le ricerche circa il brand sono cresciute del 41%. Non solo, però. In una delle classifiche più recenti di Lyst, Belenciaga ha raggiunto il secondo posto tra i brand più cercati. Insomma, Drest potrebbe far raggiungere risultati simili anche ai brand presenti al suo interno. A conti fatti è come stare davanti a una vetrina, solo che si tratta del nostro cellulare.

Divertirsi con la moda

I videogiochi sono in grado di influenzare molte cose, in particolare il settore della moda. La moda è nata per essere quel luogo in cui divertirsi esprimendo se stessi e sperimentando cose nuove“. Ha affermato Michaela Larosse su Wired. I videogiochi e la moda hanno in comune l’obiettivo di far divertire, anche se in maniera molto differente. Giochi come Drest permettono dunque di divertirsi e di sperimentare con la moda. Dando così spunti anche per i propri modelli, che i giocatori possono creare per se stessi. The Fabricant ha messo infatti a disposizione alcuni pattern digitali gratis. Un altro esempio può essere invece Animal Crossing, dove ogni giocatore ha un certo numero di slot per i suoi modelli. Certo non si tratta di un vero e proprio gioco di moda, ma molti brand si sono avvicinati al videogioco per promuovere i loro modelli. Ignorare questo fattore è dunque controproducente.

Perché dare una possibilità a Drest?

Drest riassume un po’ entrambi i punti affrontati. Il gioco permette di divertirsi con la moda e oltretutto fa in modo che i brand possano pubblicizzare i loro modelli. Anzi spesso i giocatori hanno a disposizione modelli speciali, creati solo per il gioco e che possono ottenere gratuitamente tramite eventi. In un certo senso, il gioco simboleggia anche il cambiamento in atto nel settore della moda e che la pandemia ha accelerato. I giocatori non sono visti solo come consumatori, ma anche come creatori a cui dare il giusto spazio. “È come se i nostri giocatori e i nostri stilisti collaborassero per dare una forma nuova al gioco“. Ha affermato Lucy Yeoman, la creatrice del gioco ed esperta di moda. Drest è dunque la risposta a chi chiede di rendere più inclusiva e democratica la moda. Il tutto poi in una semplice applicazione.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here